Biografia di Ben Vautier
“Non amo le biografie. La biografia è un ego. Il sogno è di essere un artista senza biografia, ma
è quasi impossibile visto che l’arte è sempre ego. La biografia è: io sono..io…” BEN 1970
Ben Vautier nasce nel 1935 a Napoli da madre occitano-irlandese e padre svizzero-francese e, dopo aver vissuto in diversi paesi, nel 1949 si trasferisce a Nizza. Negli anni ’50 prende corpo il suo lavoro d’artista, legato alla tradizione dell’astrattismo. Ispirato da Yves Klein, Marcel Duchamp e i Nouveaux Rèalistes, Vautier sviluppa un personale stile distintivo con declinazioni Dada. Durante l’ultima metà degli anni ’50, l’artista lavora a composizioni che richiamano le macchine celibatarie di Jean Tinguely. Nei primi anni ’60 entra a far parte del Nouveau-Rèalisme dell’ambiente nizzardo, stabilendo stretti rapporti con Arman e Spoerri. Nel 1962 conosce e inizia a frequentare George Maciunas, fondatore di Fluxus, movimento radicale nell’arte di ispirazione Neo-Dada, di cui condivide filosofia e poetica che si identificano con l’equazione: arte uguale vita. Diviene in breve, tra il 1962 e il 1970, parte attiva del movimento, partecipa ai Fluxus Festivals nel mondo e alle performances pubbliche, sviluppando un ruolo importante nella diffusione delle idee dell’arte radicale. Gli anni Settanta ed il decennio successivo vedono Ben protagonista di innumerevoli mostre personali, molte delle quali in gallerie private, non solo in Francia (Daniel Templon, 1970; 1971; 1973; Beaubourg; Lara Vincy; Duran; La Hune, Parigi, 1983) ma anche in Germania (Denise Rene' Hans Mayer, Dusseldorf, 1970; Rene' Block, Berlino, 1971), Svizzera (Bruno Bischofberger, Zurigo, 1971; Pierre Huber, Ginevra, 1986), Italia (Rinaldo Rotta, 1978, Genova) e - oltre Oceano - New York (Gibson, 1975; Castelli Graphics, 1982). L’ininterrotto successo di Ben dagli anni novanta ad oggi è confermato dalle molteplici esposizioni e retrospettive in spazi pubblici e privati in Francia (Centre Pompidou, 1991; Rive Gauche, 2003, Parigi; Kahn, Strasburgo, 2000; Mamac, Nizza, 2001; Musée de l’Objet, Blois, 2003; Musée d’Art et de Provence, Grasse, 2004; MAC, Lione, 2004; Maison de la culture, Malakoff, 2005; Musée Chagall, Nizza, 2005; Musée de la Céramique, Vallauris, 2006) e all’estero (Gan, Tokyo, 1997; Zabriskie, New York, 1998; Ludwig Museum, Coblenza; National Museum of Contemporary Art, Seoul, 2002; Maison de la culture Malakoff Manif d’art, 2005; Galerie Caja Negra, Madrid; Galerie Marlborough, Monaco, 2006; Galleria Il Ponte, Firenze, 2007; Galerie Guy Pieters, Knokke, Studio d’Arte Fioretti, Bergamo, Galerie Templon, Paris 2009; Associazione Mara Coccia, Roma 2011. E’ del 2010 la prima ampia retrospettiva al Musée d’Art Contemporain, Lyon. Nel 2015, per il suo ottantesimo compleanno, (18 luglio 1935), il Museum Tinguely di Basilea dedica a Ben Vautier la sua più importante retrospettiva in Svizzera, mentre lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery 2.0 di Salerno gli organizza un progetto internazionale a cura di Giovanni Bonanno, con una importante mostra collettiva dal titolo “Ottanta Ben Vautier” presentando 102 artisti contemporanei di diversa nazionalità. Anche la Fondazione Mudima di Milano ha partecipato a questa importante ricorrenza di Ben Vautier ospitando un’installazione dell’artista francese del 1989 dal titolo “N’import quoi est musique”, presentando un pianoforte verticale con una miriade di oggetti assemblati che trasformano e dissacrano lo strumento musicale per eccellenza in una sorta di horror vacui del non-sense.
(Biografia aggiornata da Sandro Bongiani Arte Contemporanea a dicembre del 2015)