Sandro Bongiani Arte Contemporanea
RAY JOHNSON / RELAZIONI MARGINALI SOSTENIBILI TWO
A cura di Sandro Bongiani
TODAY I MAILED A BANANA TO RAY JOHNSON FOR 59. BIENNNIAL INTERNATIONAL OF VENICE 2022.
Una Mostra Collettiva Internazionale condivisa in due gallerie a cura di Sandro Bongiani con la partecipazione di 100 artisti e 174 opere per il 60° anniversario della nascita della Mail Art di Ray Johnson 1962 - 2022.
PERCHE’ UN PROGETTO INTERNAZIONALE SULLA BANANA?
Nel 1984 Ray Johnson aveva inviato a Bill de Kooning un ‘opera di Mail Art, lettering dal titolo: “December 28, 1984/1948 Dear Ruth Szowie today i mailed a banana to Bill de Kooning”.. Negli stessi anni aveva dato alla sua amica Coco Gordon una banana dopo aver trovato tre banane nere mentre stava parcheggiando la sua auto in ospedale per visitare l’amico, Marcus Roncallo che stava per morire di AIDS. Tre banane nere - scrive l’artista Coco Gordon - tre grosse banane che Ray identificava con centinaia di olive nere che erano dentro un barattolo”.
E’ stato Andy Warhol per prima nel 1967 a rappresentare una banana come oggetto esotico e sessuale per la copertina dell'album dei Velvet Underground & Nico, poi sono arrivate le elaborazioni di diversi altri autori contemporanei come Roy Lichtenstein, David Hockney, Takashi Murakami, Damien Hirst, Banksy e Anna Banana che si sono interessati a questo frutto tropicale simbolo di sovversione politica e sociale, e infine, anche la banana di un artista facile al conformismo e alla stanca ripetizione delle idee come Maurizio Cattelan che nel 2019 espone a Art Basel Miami, “Comedian” una vera banana a muro fissata con una striscia di nastro adesivo grigio, venduta per la gioia dei collezionisti a suon di svariati migliaia di dollari. Un evento, Il suo, decisamente ludico e teatrale piuttosto che un’azione creativa forte nata dall’immaginazione. Per questa sua performance l’artista italiano si ritrova oggi in un tribunale federale di Miami accusato per plagio dall’artista statunitense Joe Morford, che sostiene che Comedian, la famosa banana presentata allo stand di Perrotin ad Art Basel, sia il plagio di una sua opera “Banana & Orange”.del 2000.
Un’idea quella di Cattelan decisamente debole, un’operazione banale di sterile provocazione, nient’altro. Di certo la parola d’ordine, oggi, è “Il suo valore risiede nell’idea”, quella di Cattelan, appunto, è sicuramente “l’idea di azzerare tutte le idee”, facendo affiorare l’inconsistenza del pensiero divenuto vuoto e fenomeno ludico. Ormai si vive di strategie e di compromessi., criticare l’arte è divenuto solo un lavoro da non fare, visto che siamo tempestati da curatori e influencer che si vendono al miglior offerente per un beneficio essenzialmente personale. Troppi interessi all'orizzonte, ben venga, quindi l’analisi critica a mettere in chiaro i problemi, i giochi e gli interessi pseudo culturali del mercato.
Il sistema dell’arte, molto spesso si fa promotore, interprete e garante di iniziative discutibili assunti a opera d’arte in quanto oggetto svuotato a servizio del mercato ufficiale dell’arte globale. Ben vengano le banane di Ray Johnson, di And Warhol e di tanti altri artisti che nella ricerca hanno elaborato immagini che presupponevano una invenzione mentale e formale. L’opera di “Today I mailed a banana to Bill de Kooning” incarna una sorta d’indagine ironica e profetica, La riflessione, lo spiazzamento come del resto possiamo riscontrare visionando le opere degli artisti presenti in questo progetto internazionale, con prestazioni concettualmente elaborate che si occupano di relazioni, processi, interpersonali, creatività, visionarietà e soprattutto originalità grafica. Diceva Ray Johnson: "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente". Sono presenti in questa mostra condivisa in due gallerie, presso la galleria Sandro Bongiani VRspace e lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery centosettantaquattro opere inedite di 100 artisti contemporanei internazionali che hanno voluto essere presenti a questo importante sessantesimo anniversario dalla nascita della Mail Art (1962), a suggellare un dialogo e un interesse mai sopito per l’artista americano. Del resto la Mail Art rimane una sorta di strana ragnatela di comunicazioni creata da altrettanti corrispondenti capace di superare le infinite distanze geografiche del pianeta coinvolgendo concretamente tutte le Nazioni del mondo in un impressionante e gigantesco puzzle mobile, sempre variabile e perennemente in movimento”. L’arte postale con il suo tentacolare network di contatti abbraccia ormai il mondo intero; ogni tessera è una micro-unità di una più vasta e imprevedibile macro-unità che rappresenta un universo diversificato di nuove energie poetiche, una sorta di grande “incontro” collettivo, in cui “i giochi di parole non sono solo un gioco”, come giustamente affermava tanti anni fa Alfred Jarry, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e dedicarsi compiutamente all’invenzione e alla pura creatività. La ricerca artistica, per tanti artisti è anche libertà e soprattutto fratellanza. e amore.
Per l’opera “Today I mailed a banana to Bill de Kooning” è doveroso segnalare che nel 1945 Johnson aveva lasciato Detroit per frequentare il Black Mountain College in North Carolina e durante i tre anni successivi fu in contatto con importanti artisti come Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. È proprio nel 1984, facendo quest’opera, Ray Johnson cambia la data da 1984 a 1948 (l’anno di frequentazione) e invia questa banana “pop-concettuale” a Willem de Kooning. Il progetto internazionale dedicato a Ray Johnson ideato in occasione e in contemporanea con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022 vuole indagare l’invenzione delle proposte creative degli artisti marginali, piuttosto che il sarcasmo e le forzature mirabolanti delle idee portate alla ribalta in questo palco-scenico del sistema ufficiale dell’arte, E’ una risposta alle proposte generiche e pseudo culturali di tanti autori contemporanei di oggi e anche un suggerimento a ricercare l’indagine e l’invenzione creativa piuttosto che le trovate nichiliste e teatrali richieste dai collezionisti e dal sistema autoritario del mercato ufficiale dell’arte che annoiato del solito tran tran della vita si diverte a finanziare proposte che sono divenute il gioco sociale ed economico prediletto dalla classe finanziaria dominante.
Sandro Bongiani, Salerno, 12 luglio 2022
Breve Biografia di Ray Johnson (1927-1995)
Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny, ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.