Coco Gordon, “Timeless, Senzatempo”
La natura tra performance e Exploding Books
di Sandro Bongiani
Opere 1958-2020
"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" . Coco Gordon / SuperSkyWoman
Coco Gordon, di origini italiane è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus". Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. Coco Gordon, inizia il suo percorso artistico nel 1958 con delle opere come “Constructivism Apree’ Da Da”, oil painting, una sorta di elementi plastici e costruttivisti, visti dall’alto come un paesaggio, E’ del 1961 il disegno “My hair holds up the city, Coco Charcoal” (I miei capelli reggono la città), in queste prime opere possiamo intravvedere gli sviluppi futuri della sua personale ricerca artistica. Tra gli anni 1969 e il 1981 arrivano le sperimentazioni grafiche poetiche dove la scrittura e l’assemblaggio delle materiali acquistano un ruolo rilevante come ad esempio, l’opera realizzata nel 1982 a Cavriago nel laboratorio di Rosanna Chiessi, “Paper Jewels on tulle" Tendaggio, 4 Bon Bon”, utilizzando carta fatta a mano, tulle e altri materiali. Il 1982 è anche l’anno delle prime performances come “So Tired Coco Action, e libro", “D.O.A. Doing (Dead on Arrival) con Gordon sotto un pianoforte che ogni due minuti cambiava i vestiti, oppure, la performance a New York di Coco Gordon con Helmut Becker dal titolo “Skin Piece” Helmut Becker & Coco action del 1986. Ha intrecciato rapporti di collaborazione con artisti come Ray Johnson e Alison Knowles, e per le sue attività intermediali e le performances possono essere associate al lavoro di altri artisti del gruppo “Fluxus”, in particolare a Joseph Beuys, Yoko Ono, Carolee Schneemann, e Geoff Hendricks legate assieme all'idea che tutto è arte.
Già dalle prime opere del 1958 è visibile l’interesse specifico riguardo la natura che sarà tema centrale verso i problemi ambientali e sociali. C'e una foto Cibachrome del 1985 dal titolo "earth", ("Terra") e stata scattata per documentare una performance dell'artista all'interno di una situazione naturale, distesa, nuda, in un piccolo giardino. Sta in posizione supina, il busto coperto di carote appena tolte dalla terra. corpo come scrittura legata all'esperienza universale. Con la pratica della performance, l’artista dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e esprime il desiderio di creare un cambiamento radicale “di consapevolezza” della nostra dipendenza dal consumismo e dalla quotidiana economia di sfruttamento. Pertanto, il suo fare arte e la sua pratica nella natura sono attività compatibili che legate assieme operano per modificare la consapevolezza collettiva e ritrovare un'esperienza primaria legata alla natura. Nel 1992 arriveranno le performances come “Finding Food”, o “Seeking Water” con Coco Gordon che per un mese vive su un albero, procurandosi il cibo nella foresta a Pender Island in Canada. L’anno successivo (1993), si ritrova a Capri, invitata da Rosanna Chiessi dell’ Archivio Pari & Dispari di Reggio Emilia a fare la performances “Lun'acqua come me Capri - dopo il nome della villa Malaparte”, "Casa Come Me", alla Casa Malaparte. Il 2003 e anche l’opera “Cuscini a Sognare per 6”,- cuscini attaccati insieme per fare suoni e sognare”, e poi, nel 2005, “Root” una performance con carta fatta a mano messa attorno a una radice di albero ed esposta a Napoli.
Infine, è del 2020 la mostra personale di Coco Gordon a Venezia alla Galleria Visioni Altre, dal titolo. “Fresh Cuts - Tagli Freschi”, una sorta di omaggio ad amici/artisti del movimento Fluxus, con una serie di libri e riviste presentati secondo una originale ri-lettura trasversale. Le prime opere di libri tagliati risalgono al 1963, come quello dedicato a Daniel Spoerri, “ Tagli Freschi per Daniel Spoerri, Fluxus L’Optique Moderne” in cui per la prima volta utilizza un catalogo di Daniel Spoerri per tagliarlo e creare nuovi spazi inesplorati. Dalle pagine visive create tra il 1969 e il 1979 nel successivo decennio arrivano le opere in formato libro d’artista come quella realizzata nel 1987 “Intimate #1”, small italian Opera, e poi, dal 2018 a oggi le ultime originali opere in cui ri-taglia e ri-costruisce l’oggetto trasformandolo in un insolito libro-oggetto, rivisitato per una lettura complessa e alternativa. Tagli come spazi da aprire, per procedere oltre la lettura della pagina. Non una lettura condizionata dalla cronologia, ma da un percorso più personale in cui il lettore può scegliere di vedere da una zona all’altra del libro-oggetto le pagine che preferisce diventando parte attiva del viaggio. Perché di viaggi si tratta, con aperture e plurime finestre di lettura che ogni volta si riaprono a diverse nuove riflessioni. Quindi, non semplici e consueti Book cut ma libri tagliati ed “esplosi” che hanno bisogno dell’intervento del fruitore per essere osservati. Nel percorso di lettura dell’opera non c’è un inizio e neanche una fine, ma un susseguirsi di momenti visivi che modificano la lettura del libro. E’ come decidere al momento cosa fare, in un insieme complesso. L’aspetto interessante di queste opere è far percepire dei tagli che esplodendo si trasformano e si estendono su un piano a creare pagine stratificate. Il taglio è azione, apre e crea nuovi spazi, accoglie luoghi ancora inesplorati e nascosti, modificando la forma originale del libro e trovando una diversa identità per una lettura avventurosa dell’oggetto”.