Sala 28

COCO GORDON

Biografia

 

 

Coco Gordon mostra l’abito di SuperSkyWoman (come ama definirsi), gennaio 2020

 

COCO  GORDON / SuperSkyWoman, (Coco Gordon mostra l’abito di SuperSkyWoman (come ama definirsi) nell’Archivio Pari&Dispari, Reggio Emilia, gennaio 2020).

 

"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" Coco Gordon, di origini italiane, è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus", anche se oggi preferisce non essere inserita in nessun gruppo specifico. Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. 

(Sono presenti in questa Room  28 del Museo Bongiani un'ampia documentazione con 145 opere scelte di vari periodi di lavoro dell'artista americana Coco Gordon).

 

 

 

 

Coco Gordon, Fresh Cuts - Tagli Freschi,   performance "Exploding Red Piano Keyboard" Venezia, VisioniAltre  1-13 febbraio 2020

 

 

Fresh Cut, performance di Coco Gordon con Barbara Cappello.

Performance con Coco Gordon, affidarsi alla lama per permettere di aprire brecce e pertugi, affinché la sostanza prenda corpo nella visione esterna, così da riordinare il caos costretto dietro il velo del tessuto che relaziona gli esseri.

Il taglio apre e crea uno spazio nuovo, un luogo ancora inesplorato che si presta al riempimento di quel vuoto apparente con la visione prospettica tridimensionale. Prima una forma, dopo più forme, che mutano a seconda del movimento. E' il moto che genera la percezione della forma tridimensionale, la quale assume altre forme a seconda di come si sposta, danza, salta o semplicemente ruota. La staticità, invero trasposta da uno stato all'altro su un piano unicamente dimensionale, ove concede solo la visione panoramica con un orizzonte definito. Giustappunto la lama tagliente si muove in direzioni precise, ma multiple. Tra Coco e me, c'è stato un dialogo molto sottile, riguardo l'ascolto reciproco l'una dell'altra. Se lei seguiva i miei movimenti, io conducevo i suoi e viceversa. Tutto è comparso dal nostro dialogo, senza progetto, salvo l'accordo del giorno prima in cui Coco mi scriveva chiedendomi se avessi avuto piacere di partecipare con lei al suo Fresh Cut e la scelta mia dell'abito da sottoporre alle sue forbici. Tutto il resto è azione performativa. Barbara Cappello.

Visit 

Video Youtube di Moreno Ugo       durata 11:02  

https://www.youtube.com/watch?v=NwApnqPYtS0

 

 

 “FLUXLAVORI” (La parola chiave per capire il lavoro di Coco Gordon) 

di Matilde Teggi

Nel 1961 il manifesto di Maciunas recita: “Purge the world of bourgeois sickness, ‘intellectual, professional & commercialized culture, PURGE the world of dead art, imitation, artificial art, abstract art, illusionistic art, mathematical art, — PURGE THE WORLD OF ‘EUROPANISM’! Promote a revolutionary flood and tide in art”. Non si tratta di un vero e proprio movimento, ma piuttosto di un’idea, un modo di vivere di artisti che realizzano “fluxlavori”. La parola chiave per capire il lavoro di Coco Gordon è sicuramente condivisione. La sua esistenza è da sempre una combinazione di arte e vita che rende l’opera scritta un riflesso di questa sua esperienza e l’uso della carta fatta a mano come mezzo di espressione della sua vita, della sua arte, delle sue opere librarie. Per lei, come per i veri esponenti del movimento Fluxus, la vita diventa arte, l’arte diventa vita e la linea vitale di tutto questo è un libro. Nasce a Genova nel 1938, è ebrea, nipote del docente e pittore Aldo Carpi, e nel giro di pochissimi anni è costretta a fuggire per gli Stati Uniti, rannicchiata in uno scatolone. Studia nelle Università di Michigan e Adelphi e vive a lungo a New York, dove entra in contatto, grazie all’amica e artista Alison Knowles, con il movimento Fluxus, di cui si definisce artista della terza ondata.

È definita “artista dell’environment”, ma in realtà i “prodotti” artistici finali di Coco sono molto cambiati negli anni e dall’environment si è spostata alla fotografia, alla performance, alla costruzione di libri scelti, (ri)tagliati e ripensati. In tutta la sua attività rimane evidente l’importanza del processo come medium; se Maciunas diceva “tutto è arte”, nel lavoro di Coco emerge l’importanza quasi artigianale del fare arte, la manualità e la pazienza di chi vuole conoscere, manipolare, mostrare anche la materia.

Le sue installazioni, ancora molto attuali, rivelano una grande sensibilità e intenti soprattutto estetico-ecologici, oltre che sociali; fatte di fibre, materiali vegetali, ritagli di stoffe, vetro, carta (quasi sempre realizzata direttamente da lei, nel suo piccolo laboratorio in Colorado). Nel 1985 esegue la performance “Earth”, il cui risultato sono una serie di fotografie che la ritraggono prona sulla pancia vicino a un pezzo di carta bagnato, oppure compressa da pezzi di terra e carote. Il corpo dell’artista, che dagli anni 60 in poi si libera e assume un linguaggio proprio, si mescola materialmente alla natura e Coco diventa Skywoman. La natura interiore e il mondo esterno della crescita organica si unificano. Skywoman è l’identità a cui aspira, appartenente a un tempo lontano, precedente alla creazione del mondo, nel tempo dell’“Albero della luce”. Skywoman è “colei che ci porta le cose primitive, elementari di cui abbiamo bisogno. Ci induce a riflettere sul tempo frenetico della nostra cultura. A riprenderci il tempo”. Skywoman è “donna celeste che porta nel mondo la fertilità delle erbe, piante e frutti”. Assembla, modella materiali, linguaggi, oggetti, convertendoli in segni naturali e artificiali, offrendo una vita compatibile con quella naturale, con il tempo biologico. Coco decide, successivamente, di rendere la figura di Skywoman più popolare e la trasforma in Superskywoman; tutti sanno chi sono Superman o Wonder Woman e con la sua “caduta” conosciamo ora anche Superskywoman.

Nell’autunno del 1990 Bush dichiara che le foreste nordamericane e canadesi non avrebbero meritato alcuna considerazione fino a quando i veri problemi delle foreste dell’amazzonia non sarebbero stati risolti. Coco risponde a tale valutazione e realizza, al Banff Centre di Alberta, una serie di installazioni, tra cui la più famosa rimane quella della striscia di tessuto intrecciato a mano che contiene le scritte “bush” e “Amazon”. “Bush”, oltre a indicare l’ex presidente americano, in inglese significa anche arbusto, così Coco gioca con il valore semantico della parola, sottolineando il paradosso dell’irrilevanza delle foreste nordamericane.

Nel 1995 lancia il movimento TIKYSK a V-Idea di Genova. Scrive Coco che TIKYSK (che sta per things I Know You Should Known) è “una conoscenza comune presente ai bioregionalisti, ai filosofi della terra come Thomas Berry, agli anziani indigeni, alle radici mondiali che vivono in modo sostenibile comunità biocentriche intenzionali e ai professionisti della permacultura con i quali ho un'interazione sostenuta”. Quindi si parte dal presupposto che le parole e i modi di esprimersi che rimangono o sono persi nella nostra lingua riflettono ciò che sopravvive, ciò che è in pericolo, ciò che è vecchio, usurato, di solito scartato ma che ha ancora l'anima e che può essere ripristinato per un uso continuo o nuovo; ciò che costruiamo di nuovo segue la permacultura di buonsenso, nutre, elimina gli sprechi.

Il lavoro di quest’artista così prolifica è, dunque, una concatenazione di idee, esperienze, segni, oggetti che non si fissa in una forma definitiva, ma cambia sempre. Unisce insieme arte, lavoro, esperienza, amore, mescola la sua immaginazione con i ritmi naturali.

Skin installation and Book” è un progetto partecipato realizzato in corrispondenza con Barbara T Smith, la quale aveva inviato delle pelli di carta fatte a mano a 12 artisti/collaboratori chiedendo loro di farne ciò che desideravano e di comunicarle, in seguito, il risultato con una documentazione, con una descrizione oppure tramite la pelle stessa. Ogni artista comunicò il risultato con qualche tipo di reazione dimostrando come la coscienza può verificare e confermare in modo uguale un reticolato di arte/vita e come la sua attività possa essere condivisa a distanza. Si torna, quindi alla parola chiave condivisione, che si manifesta in questo caso nell’uso delle corrispondenze postali/umane intese come esperienze di vita, che diventano una metafora per la filosofia dell’artista ed un attestato dei contratti arte/vita che vengono mantenuti e continuati. Coco ha documentato tutte le risposte dei personaggi coinvolti in un’opera libraria che funge da “guida alla comprensione delle relazioni umane”.

Il patrimonio librario realizzato da Coco è molto cospicuo e la caratteristica delle sue opere-libro è, oltre alla presenza quasi esclusiva della sua carta fatta a mano, il fatto che esse reclamano la partecipazione dello spettatore/lettore. Ad esempio, “Try on book”, opera nella quale tu, in quanto partecipante/fruitore/spettatore, indossi letteralmente l’opera libraria, potendo “sentire” la pelle della carta. Coco riconosce la carta come un materiale sensibile, delicato e lo usa lavorando anche sulle percezioni più materiche.

Se flusso, musica, performance sono elementi caratterizzanti di Fluxus, allora l’ultima mostra di Coco “Fresh Cuts - Tagli Freschi” può decisamente rientrare in quel movimento che cosi tanto ha influito sulla sua formazione, contribuendo lei stessa al suo sviluppo. Ancora una volta torna la parola condivisione e ancora una volta tornano carta e processo come media artistici. Il lavoro esposto nella mostra alla Galleria Visioni Altre è una sorta di omaggio ad amici/artisti e di sintesi del movimento Fluxus. Si tratta di una serie di libri o riviste cari all’artista, per motivi personali o professionali, presentati secondo una ri-lettura complessa e confidenziale. Coco ri-costruisce l’oggetto trasformandolo in libro-oggetto, ri-tagliato e ri-disegnato per una lettura che non sia nuova, ma alternativa. Alcuni di questi, inoltre, diventano i tasti del pianoforte rosso, metallico, scheletrico, “esploso”, immaginato dall’artista come parte dell’installazione.

 

 

Scritto storico-critico

a cura di Silvie Steiner

RIMANERE SE STESSI (ricoperta di cumuli di terra e di carote) articolo Vernissage, Christine Jones

"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna" Coco Gordon

Coco Gordon, di origini italiane, è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus", anche se oggi preferisce non essere inserita in nessun gruppo specifico. Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo.

Un recente progetto collegato a questo tema è "Il Sogno del Tempo", più di trenta installazioni meditative che vogliono focalizzare l'attenzione sui malintesi nella nostra visione contemporanea del mondo. Non si renderebbe giustizia al lavoro di Coco Gordon considerando la sua opera come un semplice contributo all'attivismo ambientalista, né, attribuendole una forma di filosofia ludica. (Robert Morgan) Piuttosto l'artista assegna alla tecnologia* la possibilità di permettere un uso sensibile delle risorse** a nostra disposizione. ***Per esempio, possiede un catorcio di auto di alta qualità che lei definisce la sua “Cadillac" controvalore.

Dal 1973 produce carta fatta a mano con materiali di origine naturale. Con queste crea sculture, elementi sonori basati su forme di antichi strumenti indigeni. Qualcuno dei suoi famosi tamburi è in mostra qui. La carta deriva dal lino. Viene aggiunta solo acqua per ammorbidirne la polpa, rendendola più fluida e pronta ad assumere nuove forme. Per ottenere un tamburo si tira la membrana sopra il cerchio in modo che il materiale, restringendosi, diventi una superficie tesa. La qualità del suono dipende dalle proprietà della carta ma anche dalle condizioni atmosferiche - più secca è l'aria e più acuto sarà il suono. In aperto contrasto con la nostra educazione tradizionale, questi oggetti (d'arte) sono fatti per essere toccati e per giocarci. E' la vita che risuona attraverso questi tamburi. Inoltre, la carta è il materiale base delle sue installazioni fondate su spazio/terra.

In ottobre, Gordon ha progettato in Austria per la prima volta un lavoro in collaborazione con   Kulturverein Schreams in Styria ° - un'installazione sonora in un campo di luppolo. La performance esprime il desiderio dell'artista di ripristinare i processi naturali delle origini e di proteggerli dalla quotidiana economia di sfruttamento.

La sua arte richiede un distacco dalla dipendenza soggettiva dalla negatività del consumismo materiale. In questo senso diventa politica, per esempio nel 1991 si è apertamente schierata contro la dichiarazione di George Bush del 1990 in cui affermava che le foreste del nord America e del Canada non meritavano di ricevere nessuna attenzione finché non venisse risolto il problema dell'Amazzonia.

A questo proposito, al Banff Centre di Alberta, Canada, Coco ha realizzato, tra gennaio e marzo 1991, una serie di installazioni - come la striscia di stoffa tessuta a mano che contiene le parole "bush" e " amazon" composte graficamente al computer. Gordon gioca sul doppio senso della parola "bush", che in inglese significa anche "cespuglio" o "alberello". In una breve frase, Bush (bush) definisce qualcosa di grande, come la condizione delle foreste Nord-americane, come insignificante. Il Banft Centre è una comunità, (ritiro) per musicisti, artisti visivi, scrittori ed altri artisti. Nei tre mesi che ha trascorso lì Coco si è concentrata sui problemi ecologici di quell'ambiente. Al contrario di altri artisti che arrivavano al Centre con le proprie idee, Gordon ha sviluppato i suoi temi a partire dall'interazione con la specificità del luogo e della situazione. Discutere con la gente è parte fondamentale del suo lavoro.

note:

* tecnologia anche indigena

** risorse finite, rinnovabili naturalmente

***a nostra disposizione se manteniamo l'equilibrio umano/terra

° Styria - la bioregione che comprende il sud dell'Austria e la parte nord della Slovenia.

 

(Al Kunstkanzlei) a parte un'installazione in carta, Coco Gordon mette in mostra tre grandi serie di foto. Le foto "Earth" in Cibachrome sono il risultato di una performance del 1985. In una l'artista è in posizione prona sdraiata sul ventre vicino ad una membrana di carta bagnata. In una foto simile è ricoperta di cumuli di terra e di carote. Il corpo è collocato nella natura e si fonde con essa in un'unità inseparabile. Inevitabile la relazione con la crescita del cibo e il sostentamento della vita umana. Nella mostra ci sono anche lavori con vere carote. Per la prima volta è possibile assistere all'intero processo di invecchiamento/ cambiamento. Le carote invecchiano come la pelle umana e seguono il loro destino. Per poter seguire il corso naturale nel presente, dove il tempo è diventato il più importante orientamento / supporto, gli umani vogliono relazionarsi a un ideale di bellezza dimenticandosi di rimanere se stessi.

L'artista rende attivamente disponibile la portulaca che cresce dal legno bruciato. In British Columbia ha cercato luoghi per meditare dove la foresta non fosse stata saccheggiata delle sue possibilità e dei suoi tesori naturali dall'intrusione degli esseri umani.

Le foto sono scattate dall'artista stessa; dopo aver impostato la camera, ha appena quindici secondi non solo per mettersi in posizione, ma anche per cambiare ruolo. Diventa "Skywoman". Il rituale rappresenta un ricongiungimento tra la gestalt umana e la natura.

La natura interiore si intreccia con il mondo esterno della crescita organica. Si colloca nella storia * di un tempo che è avvenuto molto prima della creazione del mondo, al tempo dell'"albero di luce", e di "Skywoman", l'identità che cerca di assumere.

"In "Sustenance" la mia sequenza di autoscatti, ricreo me stessa come "Skywoman" impollinata dal germoglio dell'eterno albero di luce, per fare nuovamente esperienza di quel tempo senza tempo, la preparazione alla nascita del nostro mondo" Coco Gordon

Il cibo è anche il tema principale di un'altra serie che l'artista chiama "Substitute Abundance" (Abbondanza Sostitutiva). E' un trattato sulle abitudini alimentari tradizionali della classe media. Durante l'estate del 1992 Coco ha lavorato per diversi anni in un campo estivo per bambini in Connecticut, dove si è occupata della cucina. Decideva lei cosa prendere e come prepararlo. Così ha scoperto che il cibo considerato come essenziale è in realtà completamente inutile. Di conseguenza ha cambiato il menu, inserendo principi nutritivi che non fossero manipolati industrialmente, frutta e verdure provenienti direttamente dalle aziende agricole locali. La serie di foto corrispondente esce direttamente dal freezer della cucina.

Coco Gordon dimostra come riso bianco, latte, pane bianco da farina raffinata, siano cibi senza valore nutritivo. Su tutto questo mette erbe e girasoli, collocando se stessa all'interno di questa insolita natura morta, documentando in questo modo il desiderio di riappropriarsi delle forze che sostengono la vita uscendo dall'immondizia post-industriale che si riversa di continuo sui nostri sistemi di sostentamento della vita.

Questa serie è caratterizzata dunque dal suo interesse verso la natura, per ritrovare e riconquistare il sostegno reale.

Con il suo lavoro Coco Gordon desidera creare la consapevolezza della nostra dipendenza dal consumismo materiale negativo, e dalla quotidiana economia di sfruttamento. Allo stesso tempo dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e agli scambi meditativi connessi all'antica cultura sciamanica. Silvie Steiner       

* history – herstory                     (Traduzione di Rita degli Esposti).

                          

 

things know

you should know  

(incontro con Coco Gordon)
 

di Sandro Ricaldone


Coco mi precede in galleria, cercando di evitare i rami che ingombrano il pavimento, i lanosi ritagli azzurri ammucchiati davanti alla finestra. ' 'Non sono pelle vera", dice, incantandoli con un gesto. ' 'Devo metterli qui, sulla plastica" - e accenna ad un ovale trasparente che occupa a meta le due stanze - è l'impronta del mio dito, il segno che mi identifica". Sulla parete di fondo spicca una figura femminile, colta a mezz'aria, nell'attimo in cui sta per concludere la discesa da una lontananza incommensurabile." E’ Skywoman, un personaggio mitico dei pellerossa". Coco non si diffonde in spiegazione e le mie reminiscenze sono abbastanza vaghe. Ricordo una leggenda cosmogonica nella quale il "Grande Capo del Mondo-di-Sopra" prende in sposa una fanciulla (la Donna del cielo", appunto) che scopre incinta ad opera - sembra - dell' "albero di luce". Per punire la Donna lo sradica, aprendo uno squarcio attraverso cui la precipita nello spazio sottostante, con le mani piene di semi, di radici e di foglie. Nella caduta la sorregge uno storno d'anatre, facendola scendere sul dorso d'una tartaruga, mentre i castori le costruiscono attorno una piattaforma ove la donna del cielo getta i semi e pianta una radice dell'albero che ricresce e fruttifica, formando alla sommità un globo che illumina il nostro mondo. "Ho cominciato ad identificarmi con Skywoman quattro anni fa'. Ho vissuto questo tempo in diverse località; in Canada, in Austria, alle Hawaii, in Italia e negli Stati Uniti, ricercando le origini, ascoltando i nativi, comunicando con i progenitori. Per dar corpo al racconto della sua discesa ho cercato d'essere donna di roccia e roccia, donna di fango e fango, albero, tartaruga e cielo".
"Skywoman - prosegue Coco -  'è  colei che ci porta le cose primitive, elementari di cui 
abbiamo bisogno. Ci induce a riflettere sul tempo frenetico della nostra cultura. A riprenderci il tempo. Ho scritto nella poesia all'inizio del libro: in no time as was is (Nel tempo che non c 'è, come era, e). Su un'altra parete, all'estremo opposto dello spazio, campeggia (rivestita della caratteristica tuta che tende però a trasformarsi in una sorta di indumento patchwork) Superskywoman. M'interrogo sul significato di questo "doppio" della Donna del cielo, in bilico tra l'orizzonte post-umano della fantascienza ed i poteri dello sciamano, Per Coco non c’è antisesi, Superskywoman è un "alter ego" di Skywoman. "Un anno e mezzo fà mi sono resa conto che era troppo difficile per la gente d'oggi, condizionata da una civiltà meccanica, industriale, arrivare a comprendere direttamente Skywoman e allora ho cercato una mediazione attraverso questa figura, più vicina a noi. D'altronde il suo atteggiamento è molto lontano da quello di Superman, non ne ha la violenza, il suo volo non ha una direzionalità così aggressiva. Anche lei aiuta a vedere, non a guardare, a vedere ciò che è importante.

Ci voltiamo verso la parete intermedia dove su un telo di plastica trasparente ex tracciato il profilo della tartaruga. Oltre la porta s'intravede, di sbieco, una foto in cui l'artista rivive l'inseminazione (l'impollinazione) della Donna celeste da parte dell'albero di luce. "Mi piace utilizzare nello stesso contesto tecniche diverse, la fotografia, la pittura, il video", riflette Coco. "Mi succede anche di realizzare, in certo modo, una tensione fra i materiali fra elementi tratti dal mondo naturale, come i rami, cose che fanno parte della nostra tradizione, come la carta e la tela, e cose che produciamo adesso, la plastica e le altre sostanze sintetiche. C’è gioco in questo". Le faccio notare come il suo lavoro stia assumendo una cadenza che non è semplicemente narrativa ma si dilata sino a coincidere con l'esperienza di vita. Non si tratta più  di qualcosa che può essere isolato in un episodio, anche se per certi aspetti affine nell'ispirazione, rivolta al tema dell'ambiente, come poteva accadere negli Scenari dove un particolare del paesaggio veniva individuato da una cornice e ripreso fotograficamente o d'in un'installazione del tipo di No more water, realizzata nel 1988 al Dowling College a Long Island sgocciolando paste di carta di diversi colori su un strato di terra arida. 'Si, certo, è una cosa che nasce qui, in questo spazio (in questo volume, dice curiosamente Coco nel suo italiano un po’ esotico che le viene da una nonna genovese con cui ha vissuto  a lungo negli States), ma che continuerà in altri luoghi. I miei lavori di prima erano più legati ad un concetto unitario. Qui c'e invece una concatenazione di idee, di esperienze, di segni, di oggetti, che non si cristallizza in una forma definita ma viene ripresa, cambia, si arricchisce. Si mettono insieme l'arte, il lavoro, l'esperienza, l'amore. molto piacevole". E prosegue: "E facile, credo andare avanti nel solco di una tradizione, fare delle cose belle, gradevoli, o dei lavori forti, resistenti. Conosco la formula. Ma non mi basta. Da bambina, a New York, andavo spesso al Museo MOMA, ricordo l'entusiasmo che mi comunicavano allora le opere dei grandi maestri. Oggi, però, voglio. fare una cosa diversa. Voglio evitare la trappola architettata da una cultura di parole, per ritrovare un'esperienza primaria. Svuotarmi del pensiero. Non cerco quel che mi serve lontano. Voglio essere me stessa e convincere gli altri. Non sforzarli, ma come Skywoman, far vedere. Si può fare arte con questo?" Si può, rispondo. Penso a Fluxus, al rapporto intrecciato da Coco Gordon con artisti come Alison Knowles e Ray Johnson, all'idea che tutto è arte.

A Chiari, per il quale 'l'arte facile" ma, insieme, 'l'arte è l'ultima cosa a cui gli artisti dovrebbero pensare". "Chi decide che cosa è valido, nell'arte? Chi Decide?" insiste Coco. "So unicamente che decido io cosa devo fare, cosa posso fare. Spero di farlo in un modo tale da far sentire a qualcuno quello che sento io".

Genova, 19 May, 95

                                                           

 

Coco Gordon / SuperSkyWoman/ Biografia

Coco Gordon (Genova, 1938) vive e lavora tra New York e il Colorado. Anche conosciuta come SuperSkyWoman è artista, poeta, performer, editrice. Dopo avere affiancato gli esponenti del gruppo Fluxus negli anni della sua maggiore attività, da tempo impegnata  a capo di un gruppo di aggregazione sulle tematiche del territorio, della natura, del biologico, dei sistemi di vita (Permacultura). Conta la pubblicazione di 46 libri tra cui Radical Food, Hip Hop Solarplexus, SuperSkyWoman, TIKYSK, e Life Systems, un montaggio di 41 artisti che lavorano per creare un pianeta sano. Coco Gordon dal 1982 è attiva e parte integrante del movimento Fluxus. L’artista, dedita soprattutto alla produzione di libri d’artista con opere esposte a Vienna da  Kunst Kanzlei e alla EMILY Harvey a NY e Venezia. È molto attiva ed ha partecipato a diverse Biennali Internazionali d’arte di Venezia.  In tanti anni di lavoro ha realizzato numerose performance, come per esempio, quella tenuta nel 1983 a Reggio Emilia  presso il ridotto del Teatro Municipale, l’installazione newyorkese con chitarra datata 1984. Nel giugno del 1984 Coco Gordon  partecipa all’evento Il fascino della carta organizzato da Pari & Dispari. Nel 1993 con altri artisti presenta  a Casa Malaparte a Capri  un’ installazione diurna a e una notturna chiamate LU’AQUA. Nel 1999 è invitata a fare  una performance alla 48. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2003 Coco Gordon partecipa alla collettiva con 130 artisti, ideata da Pari&Dispari Un cuscino per sognare. Nel 2020 viene invitata a fare una performance dal titolo “EXPLODING RED PIANO KEYBOARD installazione in progress”  presso lo Spazio Visioni Altre a Venezia. Da alcuni anni  realizza libri tagliati. I Libri Tagliati/Condivisi, sono l’ultima produzione artistica di Coco Gordon. L’artista ritaglia, appunta, disegna, dando una nuova forma e una diversa interpretazione al libro.

 

E’ in preparazione  dal 15 giugno al 28 agosto 2020 a Salerno (Italy), una mostra Retrospettiva di Coco Gordon presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery a cura di Sandro Bongiani in cui verranno presentati  i lavori dal 1958  fino al 2020, con i lavori recenti “Books Cuts”   (Libri Tagliati) realizzati in questi ultimi anni di lavoro.

 

 

COCO GORDON / Biography

Born 1938 in Genova Italy. After 25 years in a Duane St Tribeca NYC loft and 11 years in Huntington Bay NY. She also goes by the name Coco Go, a.k.a SuperSkyWoman

 

Alison Knowles opened Coco’s access to international Fluxus. Wanting to make her images in paper, they collaborated, making 10 years of handmade experimental papers together leading to the show Loose Pages at Emily Harvey Gallery, NY. For 5 decades Coco paralleled Intermedia and fluxus circles with her Solo shows curated by Lucio Barbera, Sandro Ricaldone, Rosanna Chiessi, Leonardi V-idea- Italy, Christine Jones-Vienna’s KunstKanzlei and the Stadtgalerie. Coco used SuperSkyWoman’s historic tuned in vision in shows at Sandra Gering, Gallery Onetwentyeight, Art-in-General and A taste of Art venues. Emily Harvey nurtured her art future in Italy & NYC. As SuperSkyWoman, Coco also originated Gruppo TIKYSK (Things I Know You Should Know) in 1994 as a ready shelter for healers, artists, experimental groups and her mud-woman, rock-woman, fingerprint in the universe events. At the 48th Venice Biennale for Oreste she and her Gruppo TIKYSK "Permed" 300 people’s heads, took part in the "Bunker" project and the poetry section.  At the 49th Venice Biennale she contributed to the "Markers" street-hung Banner project of the International Artists Museum with her SuperSkyWoman speaking with the people dialog, “with speed and micro circuitry we have more time to arrive too soon, Forget Coming". At the 50th Venice Biennale Coco joined the "Wandering Library" curated by Doran Polak’s Markers 4 Project with her book, The Infinite Bottom Line. For the 50th Venice Biennale she took part in two projects, one for Alan Bowman boiling her seven-pointed star paper to eat and brought Global Poetry Day to heal Ground Zero in NYC with her action, "You are Poetry" engaging shopkeepers and city workers for Karenina's poetry section. In the 51st Venice Biennale she took part in Isola Virtuale curated by Achille Bonito Oliva with her poem Our Time Hour Time, and the performative poem “Book of Water” by Congelo. For the London Biennale’s draw__drawing she sculpted wild feet into action. For the 2005 Istanbul Biennale she was kidnapped by Sassu's Gruppo Sinestetico. For Agricola de Cologne, she was selected for the Violence festival, and invited as featured artist for Self-representation on the newmediafest.org site. For Klemens Golf she became a reporter for her home place in NYC and Chappaqua NY, creating a three-month outdoor slide show in Dusseldorf.

 

From a meeting at Matera in 1999, Congelo was formed by her merging Angelo Ricciardi of Napoli, Italy, whose many events and books together were created, including one of 80 dinners, Il Pane Non Si Butta and Patented events. Congelo is now placing barcodes on their encyclopedic correspondence, an edition of 5 boxed copies of which one is reserved for MOMA. Congelo took part in Jorge Luiz Antonio’s Visual and Electronic Poetry International Exhibition in Brazil; + Congelo & Coco in the Mexico Experimental Biennale. She created several works for Angelo’s Artline Do Not Cross published by 404 Arte Contemporanea, and joined many book projects.  Coco performed actions as SuperSkyWoman and exhibited In 2003 in a daughter/mother show with 90 year old mother Alisa, at the Pauline Oliveros Foundation's Deep Listening Space Gallery in Kingston NY. She made talking medicine wheels for the CACQM land art project in Quebec. She invented a watery Eyes Club meeting event as a memorial for her good friend and conspirator, the late Ray Johnson: a full moon gathering" at the Pollock Krasner House in East Hampton July 13th, 2003. For Luc Fierens she was featured with 13 SuperSkyWoman dialogs in his project, "Cornucopia", became a howling SuperSkyWoman for his Cooperation Project 1, and was "Jane Doe glissando" for his Cooperation project 2. At Fun of Fun SuperSkyWoman pulled in a new tribe to Dance her Matisse dance with the animals around her 9/11 in butter “Talking Medicine Wheel” at the River Sile, while Congelo conscribed Renata & Giovanni Strada into performing their political "Book of Water". Coco has joined many Fluxus artists in collaborations of their works and hers. She created artist books in editions, including Knee published by Porto Dei Santi Press, 2000 that also includes Anne Waldman. Coco’s own small Press, TIKYSK, published Visioning Life Systems That Create Healthy Resources and Transform Waste: Artists Work from Their Permacultural Source (Water Mark Press, 2003) reviving her 1993 edition Assembling, Artists Work from Their Ecological Source, Med Art, NY. Coco’s books--Radical Food, Hip Hop Solarplexus, SuperSkyWoman and TIKYSK: Permaculture Getting to Know You (Foot Sq Space, 1997) trace her progression into superheroine with an "action plan". Dick Higgins rediscovered his alter-ego character "Camille" in Coco. Her show of 36 ecozoic earth salt installations, "il Sogno del Tempo" in Messina Italy 1990 manifests the thinking of Earth Philosopher, Thomas Berry, while catching irradiated potatoes from the marketplace of Messina into her floor installation to underscore Berry’s cosmological exploitations. Coco’s art introduced the dynamic Nature intelligence way of healing to create a surplus Permaculture ecology, exemplified with her "Infinite Bottom Line" of grasses she plaited from wherever she worked around the world, to “Kick up the Bottom Line”. Martin Krusche's Austrian Kultur site published her many SuperSkyWoman actions on his KULTUR web site as well as featuring her as Jane Doe. Coco's poetry "Interactiv’s" and artist books have grown to more than 100 books. In 1978 she began to use her paper instruments interactively. From mid 70’s-early 80’s she taught many artists how to create their own papermaking studios and equipment. Coco Go is known for her 70’s forward handmade paper inventions one can enter, wear, sound, inhabit: liquid pools, clothes, hammocks, feet & sounding instruments (drums, rainsticks, pillows, shakers, strummers. Her famous John Cage’s post-Alphabet performances inspired hairy life-sized piano sculptures that still morph as a series on visual music. She’s been by profession a papermaker/ permaculture designer/ publisher of Water Mark Press, W Space "Intimate" editions and gruppo TIKYSK's artist book editions. COCO’s Artists Books have been sold since the 80’s at PRINTED MATTER, NYC, Amazon and other online book venues.

 

 

 

Coco Gordon, Selfie del 2018. Collezione Bongiani Art Museum di Salerno

 

Collections:  paintings, installations, paperworks

Provincia of Messina, American Craft Museum, Hobelix Libreria, Joseph Cornell Archive, Adelphi University, Marymount Manhattan, Nassau Community College, UWO Weldon Library Ontario, Otten Collection, Getty Center, Heckscher Museum, Univ of Delaware, Chiessi Performance Archive Cavriago Italy, Jean Brown Archive, Franklin Furnace Archives, Ruth & Marvin Sackner Archive,  Braun Collection Germany, Robert Scott Small Library SC, Univ of Alberta Edmonton, Cozzani Collection La Spezia Italy, Nuvolone Collection Genova Italy, Luigi Bonotto - Bassano Del Grappa Italy, Joel Malin’s Duchamp Collection, Collezione Bongiani Art Museum, Salerno Italy.

 

Artist Books in collections: 

MOMA Library NYC, Whitney Museum Library, Fogg Museum MA, Museum of Women in the Arts Wash DC, Smithsonian Museum, Ruth & Marvin Sackner Archive, Provincia of Messina, Univ of Alberta Edmonton, Spec Collections UC Santa Cruz, Brown University Library, The Banff Centre Library Alberta, KunstMuseum Lenningen Germany, Getty Center, Vasari Futurist Collection Sicily, Heckscher Museum, American Craft Museum, Hobelix Libreria, UWO Weldon Library Ontario, Otten Collection, Univ of Delaware, Chiessi Performance Archive Italy, Jean Brown Archive, Franklin Furnace Archives, Braun Collection Germany, Robert Scott Small Library SC, Cozzani, Nebbia e Nuvollone, Malfatti, & Bonotto Collections, Museo Del Volo Padova Italy, Watari collection Tokyo, Umbrella Archive CA, El Archivero Mexico, Vancouver Art Gallery, Swedish Archive of Artist Books, Art Institute of Chicago Flaxman Library, Harvard U collection.

 

 

 

ARTE E  CRITICA D’ARTE:  COCO  GORDON

 

Antologia dei testi critici e biografia aggiornata al 2020 su Coco  Gordon visibile su:

 

Visit.   Antologia Critica in italiano e inglese di Coco Gordon

 

 

http://www.ophenvirtualart.it

http://www.collezionebongianiartmuseum.it/

https://www.sandrobongianivrspace.it

 

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